Il Sentiero Luca Ghini è un itinerario ad anello comodo da raggiungere e con una vista che vi lascerà senza fiato.
Si trova a Casalfiumanese, lungo la vallata del fiume Santerno, a 15 minuti da Imola.
Se vi trovate da queste parti e avete voglia di fare due passi nella natura fateci un pensiero!
Leggi anche cosa fare ad Imola.
SENTIERO LUCA GHINI, ITINERARIO BOTANICO.
Il trekking che vi propongo è stato dedicato a Luca Ghini, uno dei primi fondatori della botanica, nato nel 1490 a Croara, località che si incontra lungo il sentiero.
Fu un personaggio molto importante nella storia della botanica ma anche nel mondo dell’insegnamento, precursore di un metodo di studio che andava contro i dogmi imposti dalla religione a quei tempi.
Acquisì, molto tempo prima di Galileo, la tecnica dell’insegnamento attraverso l’osservazione del reale comportamento del mondo della natura.
Questo metodo si spingeva oltre ai principi scritti dagli antichi studiosi e, trovandosi in conflitto con la società controriformista di Bologna, dovette abbandonare la cattedra che gli fu assegnata nel 1528.
Il suo pensiero trovò terreno fertile nella Toscana dei De’ Medici, dove in quel momento era di tendenza la riorganizzazione dello stato e gli studiosi potevano sentirsi liberi di sperimentare.
Luca Ghini continuò ad insegnare attraverso la tecnica dell’essiccazione delle piante tra fogli di carta, chiamata erbario.
Le piante venivano così conservate per essere osservate, riconosciute e studiate nelle loro mutazioni, un metodo che a noi sembra banale ma che a quei tempi era del tutto rivoluzionario.
Diede vita, a Pisa, al primo orto botanico universitario al mondo dove venne redatto una sorta di primo catalogo di semi, ma questa non fu la sua unica impresa.
Ecco perchè questo sentiero non poteva che essere dedicato a lui.
SENTIERO LUCA GHINI, TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI.
La spiegazione iniziale era d’obbligo e, se siete curiosi come me, sono certa che avete apprezzato (se vi va fatemelo sapere nei commenti).
Dopo questo breve capitolo introduttivo sono pronta a darvi le coordinate giuste per fare questa escursione.
COME ARRIVARE AL SENTIERO LUCA GHINI.
Arrivare è semplice e trovare parcheggio ancora di più.
Dovrete raggiungere il comune di Casalfiumanese che si trova a 15 minuti circa da Imola.
Lasciate l’auto nel parcheggio (libero) di fianco alla piazza principale del paese.
Per semplicità impostate sul navigatore come destinazione Villa Manusardi, è il punto di partenza del sentiero ed il parcheggio si trova proprio lì a fianco.
CARATTERISTICHE DEL SENTIERO.
Si tratta di un itinerario ad anello di media difficoltà.
A parte qualche salita (con calma si arriva ovunque) ci sono un paio di tratti dove occorre fare attenzione:
- Il sentiero inizia con una discesa su strada abbastanza esposta, nei giorni più umidi può essere scivolosa;
- la parte più emozionante e caratteristica del sentiero è sul crinale dei calanchi, il sentiero è molto stretto e non è in sicurezza (non ci sono parapetti o corde). Sconsigliato completare il percorso per chi soffre di vertigini, a tutti quando il terreno è scivoloso.
L’escursione è di circa 8 km, tenetevi 3 ore di tempo se ve la volete prendere con calma e se siete abituati a prendervi un po’ di tempo per riposare o fare delle foto.
Il dislivello medio è di 350 metri: 450 metri in salita e 100 metri in discesa.
Il sentiero è segnalato (traccia bianca e rossa) ma conviene leggere prima per evitare di perdersi, a volte è possibile mancare l’indicazione.
Non ha una numerazione, il sentiero Luca Ghini è indicato con SLG.
DESCRIZIONE DEL SENTIERO LUCA GHINI.
Il sentiero Luca Ghini parte da Villa Manusardi ed attraversa un suggestivo paesaggio che porta fino a quella che era la casa del famoso botanico.
Prendete come punto di riferimento il viale alberato di fronte al municipio e attraversate il Parco della Villa percorrendo il sentiero in discesa, alla vostra destra, che inizia dopo una ripida scalinata (attenzione al fondo che può essere scivoloso).
La direzione segue il corso del Rio Casale fino ad un piccolo ponte in metallo, sbucherete in Via Ceredola, che si prende a destra.
Se vi sentite in difficoltà o, come è successo a me, non trovate l’inizio del sentiero, imboccate la strada in discesa a destra, dopo la piazza e arriverete comunque ad imboccare la Via Ceredola.
Seguite le indicazioni CAI che conducono ad una salita alla vostra sinistra che costeggia un uliveto.
Proseguendo si arriva alla terrazza panoramica, riconoscibile per la presenza di un tavolo da pic nic.
A chi soffre di vertigini consiglio di fermarsi qui, non avrete fatto tanta strada ma siete comunque arrivati a vedere il punto più bello del percorso, è da considerarsi una soddisfazione!
Se ve la sentite di proseguire, dopo aver ammirato il panorama mozzafiato, prendete il sentiero sul crinale.
La bellezza che vi circonda non deve far calare l’attenzione su dove si mettono i piedi, il sentiero è stretto e non in sicurezza.
La strada è in costante salita e porta fino al rudere Baladelli, qui siete ad un bivio.
ATTENZIONE ALLA DEVIAZIONE.
Se avete intenzione di fare solamente il sentiero Luca Ghini abbandonate la segnaletica CAI e iniziate a scendere tenendo la sinistra.
Se invece decidete di allungare il giro (che sarà di almeno 12 km) proseguite seguendo le indicazioni CAI che vi porteranno all’innesto con il sentiero 703, il Giro del Rio Mescola fino alla vetta del Monte Maggiore
Rimaniamo alla prima opzione per un percorso ad anello.
La discesa conduce alla Pieve Romanica di Riviera.
A seguire le vie asfaltate Via Casalino e Via Ceredola.
Come all’inizio potete decidere se fare la strada sterrata lungo il rio oppure stare sulla strada asfaltata, entrambe non vi salveranno dalla salita.
L’ultima fatica prima di tornare al parcheggio.
COSE IMPORTANTI DA SAPERE SUL SENTIERO LUCA GHINI.
Eccoci al capitolo “raccomandazioni”, qui di seguito elenco alcuni consigli:
- Se siete partiti tardi organizzatevi per un pic nic, ricordate che vi ho accennato della presenza di un tavolo nei pressi della terrazza panoramica? In ogni caso è sempre consigliabile avere con sè qualche cosa da sgranocchiare in queste situazioni per evitare cali di energia;
- La sicurezza prima di tutto, se soffrite di vertigini fermatevi alla terrazza panoramica, se proseguite fate attenzione a dove mettete i piedi, le distrazioni non sono ammesse.
- Se decidete di imboccare il sentiero 703 fate maggiore attenzione ai cartelli. In uno di questi dovreste trovare il recapito telefonico di un contadino che abita nella zona, da chiamare per avvisare del vostro arrivo. E’ proprietario di maremmani che solitamente lascia liberi a protezione del gregge, se lo contattate gli date modo di avvicinarli a casa evitando a voi stessi uno spiacevole incontro.
- Nel parcheggio c’è un distributore di acqua dove riempire la vostra borraccia.
- Il sentiero è sempre esposto al sole, tenetene conto nelle giornate più calde.
DOVE MANGIARE DOPO L’ESCURSIONE.
In Vallata i posti non mancano, sia a scendere verso Imola che a salire verso i monti.
Non sono rare le sagre in questa zona, sarebbe il modo migliore per incoronare la giornata.
In alternativa vi consiglio 3 posti tra i miei preferiti: Taverna San Pietro a Fontanelice (anche piatti di pesce), Agriturismo La Taverna sempre a Fontanelice, sulla Via Casolana (ottimi i tortelli di canapa!) e Le Siepi di San Giovanni tra Borgo Tossignano e Fontanelice.
Degno di nota anche la Trattoria Fita a Borgo Tossignano (specialità carne).
AGRITURISMO LE SIEPI DI SAN GIOVANNI, TRA LE MURA MISTERIOSE DI UNA STORIA SENZA TEMPO.
Terminata la nostra escursione abbiamo scelto di fermarci all’Agriturismo Le Siepi di San Giovanni.
Di questo agriturismo ricorderò per sempre l’accoglienza di Clelia, affettuosa fin dall’inizio.
A seguito della telefonata di prenotazione ho ricevuto tramite messaggio le foto del menù e del posto, come preparazione a ciò che mi aspettava.
Chi ha più tempo ormai per questo tipo di attenzioni?
Ho apprezzato tantissimo, non era un obbligo dato che ormai le informazioni si trovano ovunque ma questo è sicuramente un modo veloce e pratico per reperirle, utile chi soffre di allergie e intolleranze.
Appena si arriva sembra di essere in un borgo, l’agriturismo sembra una piccola frazione a parte dislocato in vari edifici che ospitano anche delle camere.
Se si alza un po’ lo sguardo, all’orizzonte con stupore si nota anche un anfiteatro che si affacci sui calanchi, chissà che belli gli eventi qui!
A fine servizio, se sarete fortunati di trovare Clelia libera, sarà lieta di farvi fare un tour tra la cantina e le sale da pranzo ricche di storia.
In una stanza c’era una piccola chiesa e in alcuni punti si possono notare i simboli che contraddistinguono il passaggio dei templari.
Ma questa storia la lascio raccontare a Clelia perchè prende tutto un altro sapore.
2 Comments
renzo
30/11/2022 at 9:07 AMGli occhi capaci e intelligenti con cui hai visitato Casole d’elsa mi hanno coinvolto con piacere nell’appezzare aspetti nuovi che non avevo considerato. Grazie e buon lavoro.
nonsoloisole
30/11/2022 at 8:52 PMGrazie Renzo, è un complimento bellissimo.
Mi ha fatto molto piacere leggere questo pensiero, l’idea del blog è proprio questa!
Lo scambio di idee è un aiuto reciproco.
Grazie ancora, buona serata.