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Vena del Gesso

Vena del Gesso, l’Italia da scoprire.

La vena del gesso è senza dubbio uno degli scenari più spettacolari che si possa trovare in Emilia Romagna.

Un panorama ancora troppo poco conosciuto ma così unico da aver attirato l’attenzione della commissione Unesco.

Sono tanti i modi per godersi questo panorama: percorrere uno dei tanti sentieri CAI, visitare un museo oppure ammirare la sua conformazione da uno dei meravigliosi borghi medievali ai suoi piedi.

Qualunque sia la modalità che vi è più affine il consiglio vale per tutti, se passate dalla Romagna non perdetevi questo spettacolo!

Brisighella, borgo medievale

Brisighella, rinomato borgo medievale ai piedi della vena del gesso romagnola

LA VENA DEL GESSO RICHIAMA L’ATTENZIONE DELL’UNESCO.

La vena del gesso ha tutti i requisiti per poter rientrare tra i siti Patrimonio dell’Unesco.

Vi dirò di più, rappresenta l’unica candidatura italiana per le nomine del 2023.

Il consiglio che posso darvi è di venirla a visitare prima che venga presa di mira dal turismo di massa.

Anche se, come sempre, ci si augura che l’overtourism non ne deturpi il paesaggio e la quiete.

COME SI ENTRA A FAR PARTE DELLA LISTA DEI SITI UNESCO?

L’Unesco nasce nel 1945 con uno scopo preciso:

“poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste le difese della pace”.

Tra i suoi compiti c’è la promozione della comprensione interculturale attraverso la protezione e la salvaguardia dei siti di eccezionale valore e bellezza iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Per meritarsi di entrare nella lista mondiale dei siti Patrimonio dell’Unesco i candidati devono avere caratteristiche precise.

Ai siti naturali è richiesto di rappresentare una delle seguenti situazioni:

  • esempi eccezionali e significativi dei principali stadi di evoluzione della Terra;
  • processi eccezionali di sviluppo ecologico e biologico di un ecosistema;
  • fenomeni naturali superlativi o aree di eccezionale importanza estetica;
  • luoghi di conservazione di habitat di eccezionale e significativa importanza dal punto di vista scientifico e della tutela.

Quale sarà l’aspetto che ha permesso alla vena del gesso di meritarsi una candidatura per entrare in questa ambita lista?

I REQUISITI DELLA VENA DEL GESSO PER FAR PARTE DEL PATRIMONIO MONDIALE UNESCO.

La vena del gesso si è aggiudicata un posto tra i candidati ad entrare nella lista dei siti Patrimonio dell’Unesco per la sua conformazione, testimonianza dell’evoluzione della Terra tra le più studiate al mondo.

Il Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale dell’Emilia Romagna sarà l’unica proposta italiana al Patrimonio Unesco per il 2023.

Ok, ma in parole semplici cosa significa?

Continua a leggere e capirai meglio.

Vena del Gesso
Il sentiero di Riva San Biagio vicino a Borgo Tossignano (Imola).

LA VENA DEL GESSO, CARTOLINA DALL’EMILIA ROMAGNA.

Che la vena del gesso sia un paesaggio da cartolina lo avrete già capito ma volendo farvi visita, quale punto della cartina bisogna guardare?

DOVE TROVARLA IN EMILIA ROMAGNA.

L’area della vena del gesso comprende sette siti: le zone dell’Appennino tra cui l’Alta valle del Secchia, la bassa collina reggiana, i gessi bolognesi, i gessi di Zola Predosa, la vena del gesso romagnola, le Evaporiti di San Leo e i gessi della Romagna occidentale.

Più precisamente sono coinvolte le province di Reggio, Bologna, Rimini, Ravenna.

Ora siete in grado di iniziare a tracciare il vostro itinerario.

CURIOSITA’ SULLA VENA DEL GESSO.

Tra le varie componenti che formano la vena del gesso c’è il lapis specularis, detto anche il vetro dei romani.

Si tratta di un tipo di gesso secondario dall’aspetto vitreo che veniva tagliato in sottilissimi strati e utilizzato nella costruzione delle case in epoca romana.

Il gesso è uno dei minerali più teneri in natura e si può scalfire anche con un’unghia, la sua lavorazione risale al Medioevo.

La selenite veniva impiegata per la costruzione di case o per la produzione di gesso scagliola (o da presa).

Il gessarolo (colui che lavorava nelle cave) era divenuto un vero e proprio mestiere, esperto nella lavorazione del gesso.

La vena è composta anche da argilla, l’alternarsi di strati chiari e scuri che ricordano i fanghi dei fondali del Mar Nero, testimoniano l’antica presenza del Mar Mediterraneo.

Un’altra tangibile testimonianza della presenza del mare risiede negli interstrati, i sottili livelli di argille scure che separano grossi strati di gesso.

Questo disegno documenta la diluizione delle acque dei bacini evaporitici e in alcuni punti sono stati trovati resti fossili così ben conservati da ricondurli facilmente alla vita marina di un tempo.

In una cava (ex cava SPES) fu rinvenuto un reperto associabile ad un pesce fossile la cui caratteristica era l’adattamento alle variazioni di salinità delle acque.

Per analogia ad aree moderne simili, si pensa che questa zona fosse rappresentata da una laguna costiera.

Anche i numerosi rinvenimenti di fossili vegetali ci suggeriscono che la Romagna di circa 6 milioni di anni fa aveva un clima caldo-umido, simile alle aree subtropicali attuali.

Lapis Specularis, il vetro dei romani
Lapis Specularis, l’elemento che caratterizza la vena del gesso.

PATRIMONIO STORICO.

Le evaporiti si formano per l’evaporazione di ristrette masse d’acqua sulla terra.

Quando l’apporto di nuova acqua in questi bacini è inferiore alla quantità d’acqua evaporata, si formano i minerali.

Questo lento calo del livello delle acque ha creato le formazioni carsiche come la vena del gesso, un’importante indizio utile a capire la straordinaria evoluzione della Terra.

Quest’area, oltre ad essere affascinante, rappresenta un importante sito per lo studio della disgregazione del supercontinente Pangea, avvenuta circa 200 milioni di anni fa.  

Siamo tutti d’accordo che entri a far parte del Patrimonio Unesco

ITINERARI DELLA VENA DEL GESSO.

Se cercate una mappa di tutte le zone carsiche dell’Emilia Romagna e, più in generale, dell’Italia la trovate qui.

Per gli itinerari che riguardano la vena del gesso bolognese consultate questa lista.

Parchiromagna.it è il punto di riferimento per la vena del gesso romagnola.

Dai un’occhiata a questo sentiero botanico, si trova a soli 10 minuti da Imola che non richiede un particolare allenamento.

LA VIA DEL GESSO FINO A RIVA SAN BIAGIO.

Se volete osservare da vicino il lapis specularis vi segnalo il sentiero 705, la Via del Gesso (parte del Cammino di San’Antonio).

Questo sentiero è davvero degno di nota sia per il panorama che per l’impressione che da, in alcuni punti, di camminare su un tracciato di cristallo.

E’ un percorso ad anello che porta fino alla bellissima Riva San Biagio.

Prima di avventurarci tenete conto che il sentiero non è alla portata di tutti: per il dislivello, il fondo scivoloso (soprattutto se ha piovuto da poco) e in alcuni tratti esposto (soprattutto sulla Riva San Biagio).

Il sentiero più lungo (14 km, 900 mt dislivello) lo trovate descritto sul sito del Cai Imola.

Io vi propongo la versione ridotta.

Lasciate l’auto nei pressi di Via Rocchetta (traversa di Via Cordignano) e imboccate il sentiero alla fine della strada.

Risalite fino a Villa Banzole, costeggiando boschetti e castagneti fino all’indicazione Passo della Prè che vi farà girare a destra.

Si arriva fino alla Riva San Biagio dove potrete prendervi una pausa per immortalare il panorama ed osservare da vicino la consistenza della vena del gesso.

Da qui il sentiero porta fino al Rifugio Speleologico, al momento in fase di ristrutturazione (ci auguriamo che per il prossimo anno diventi operativo).

Si gira attorno al Rifugio per poi iniziare a scendere.

Il sentiero vi condurrà al punto dove, all’andata, avete girato a destra seguendo l’indicazione del Passo della Prè.

La strada per tornare all’auto ora la conoscete, vi basterà ripercorrere il sentiero iniziale.

Occhi sempre aperti!

I cartelli e i simboli sugli alberi ci sono ma in alcuni punti non sono così evidenti.

Se percorrete questo sentiero mi farebbe piacere sapere se vi è piaciuto! 

 

 

Rifugio Speleologico, Via del Gesso

2 Comments

  • Luca Bartolucci

    02/12/2022 at 9:29 PM

    Ciao Giada, complimenti per la quantità di informazioni che ci proponi, per gli incontentabili ne aggiungo qualcuna. La “rudezza” di questo filone roccioso e l’assenza di sorgenti potabili, ha tenuto le attività umane alla periferia, cosicchè sul gesso si può trovare ancora un “mondo selvatico” allo stato originario. E’ un ambiente molto delicato che ha bisogno di grande rispetto: non uscite dal sentiero segnato, evitate schiamazzi e non portate cani al seguito, men che meno slegati. Così, in punta di piedi, si potranno incontrare facilmente caprioli, poiane, picchi, lepri. Verso il tramonto si potrà sentire il verso del gufo reale e incrociare istrici e tassi e magari anche la famigliola di cinghiali. Un ultimo suggerimento, a Campiuno si trova un castagneto secolare a bassissima quota, sulle sabbie gialle, assolutamente da vedere! Buona passeggiata, ciao, Luca

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    • nonsoloisole

      01/03/2023 at 10:26 PM

      Grazie per aver contribuito con i tuoi preziosi consigli Luca.
      Percepirei la tua esperienza e la passione per questo territorio anche se non ti conoscessi=)

      Rispondi

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