Da qualche tempo a questa parte sentiamo parlare della notte del solstizio d’estate in modo sempre più connesso a vari riti propiziatori.
Sono tanti i riti pagani che vengono ripetuti ancora oggi, soprattutto durante la notte tra il 23 ed il 24 giugno, meglio nota a tutti come la notte di San Giovanni.
San Giovanni, i rituali di una notte magica d’estate.
Ho sempre pensato al solstizio d’estate come alla giornata più lunga dell’anno senza mai soffermarmi troppo sulla storia che lo lega a questi antichi riti.
Per me rappresenta soprattutto un faro, la destinazione da raggiungere durante le fredde giornate invernali quando la scarsità di sole e luce mi fa provare un senso di insofferenza.
La mia attenzione quindi si è sempre rivolta alla durata del giorno sottovalutando che per forza di cose assistiamo anche alla notte più corta dell’anno.
Quando predominio solare vince su quello lunare deve per forza accadere qualcosa di magico.
Il solstizio d’estate per i riti pagani è considerato come il giorno in cui il sole si ferma per tornare indietro.
I riti propiziatori della notte di San Giovanni.
Tra le varie credenze quella più romantica è che il sole si fermasse per sposarsi con la luna.
Da questa teoria nacquero numerosi rituali propiziatori che vedevano protagonisti giovani in età da matrimonio.
La notte di San Giovanni viene celebrata non solo in Italia ma anche in Europa.
I rituali non sono sempre gli stessi ma ce n’è senz’altro uno che accomuna più di una regione: il falò di San Giovanni.
Il falò.
Si pensa al falò come un fuoco propiziatorio che attira benevolenza sul raccolto a favore di una buona stagione estiva, non interessata da eventi di siccità.
C’è chi vede nel falò anche il modo per tenere lontane le streghe che, secondo alcune credenze, si riuniscono proprio durante questa notte per un grande sabba.
Il falò viene usato anche per bruciare le erbe perchè da questa notte si iniziavano a raccogliere quelle nuove.
A proposito di erbe, lo sapevate che l’iperico è considerata l’erba di San Giovanni?
L’acqua di San Giovanni.
Questo appellativo ci suggerisce che l’iperico rientra tra i magici ingredienti che compongono l’acqua di san Giovanni, altro rito propiziatorio.
Quest’anno su Instagram impazzano le foto di fiori ed erbe immersi nell’acqua, vi sarà capitato senz’altro di vederne almeno una.
Beh, tutte queste persone stavano componendo la loro acqua di San Giovanni.
Oltre ad essere composizioni bellissime alla vista dovete sapere che portano anche fortuna!
E lasciatemelo dire per come sono andate le cose negli ultimi anni, affidarsi ai riti propiziatori mi pare anche un po’ d’obbligo mi viene da dire!
Preparazione dell’acqua di San Giovanni.
Quale sarà la ricetta di quest’acqua miracolosa?
Si inizia dalla composizione di un mazzetto che deve contenere gli ingredienti principali quali l’iperico, la salvia, il timo, la menta, il rosmarino, l’artemisia, la ruta e la lavanda.
Il mazzetto deve essere legato da un filo di raso, in una delle estremità ricordatevi di fare 7 nodini sempre in segno di buon auspicio.
La sera le erbe raccolte vengono messe a bagno in un contenitore (non di plastica!) esposte alla luce della luna per tutta la notte.
Al mattino l’acqua viene filtrata per lavarsi il viso oppure tutto il corpo, a seconda della quantità prodotta.
Un tempo veniva usata anche per benedire gli ambienti e gli animali, le massaie invece la utilizzavano per fare il pane.
Ancora oggi si dice che quella fosse l’infornata più buona dell’anno tanto che rinunciavano perfino a mettere il lievito nell’impasto!
La produzione di nocino.
Un’altra usanza di questa notte è la raccolta delle noci per la produzione del nocino, un liquore digestivo a base di noci.
La tradizione narra che il momento perfetto per la raccolta delle noci è proprio la notte di San Giovanni, quando il mallo si presenta ancora morbido.
I frutti venivano raccolti proprio dall’albero dove si riunivano le streghe e una volta raccolta la quantità necessaria venivano adagiate sulla rugiada notturna per poi essere messe in infusione il giorno successivo.
Curiosità sui riti di San Giovanni.
Il nocino è chiamato anche il liquore dei 3 Santi perchè le noci vengono raccolte durante la notte di San Giovanni, lasciate a macerare fino alla notte di San Lorenzo ed il liquore si riteneva pronto a San Valentino.
Perchè erbe, fiori e noci si raccolgono proprio durante la notte di San Giovanni?
Secondo la tradizione questo è il periodo dell’anno in cui le piante hanno sviluppato tutti i principi attivi, in erboristeria viene chiamato “tempo balsamico“.
Per quanto riguarda le noci, il mallo ha una consistenza morbida, adatta per l’infusione.
Dove ho imparato tutte queste cose curiose?
Questa volta non dal web ma durante un’interessante passeggiata al Giardino delle Erbe di Casola Valsenio, in provincia di Ravenna.
Il Giardino delle Erbe è visitabile in autonomia o tramite visita guidata.
Il mio consiglio è partecipare ad uno degli eventi organizzati a tema perciò non dimenticate di dare un’occhiata al calendario!
Se sei alla ricerca di un luogo magico in Emilia Romagna ti consiglio questo ecovillaggio!